La frazione di Fogliano (Fujān in lingua reggiana, Foliani in latino) si sviluppa sulla ex strada statale che collega la città di Reggio al comune di Scandiano. Il nome, come nei casi di altri abitati attorno al capoluogo, è certamente di origine prediale legato alla geomorfologia del territorio (“terra” di “foglie”). La località era già abitata in antichità: alcuni reperti archeologici sono riferiti al neo-eneolitico e al periodo romano.

Fogliano è nominata per il prima volta nel'888 in un documento che riporta la concessione in enfiteusi di un terreno a tale Auperto di Villa Mocletulo da parte della contessa Berta moglie di tal Conte Suppone. Un altro atto di donazione al vescovo di Reggio di terre in Fogliano risale al 963, anche se il “castello” di Fogliano – come confermerebbero i diplomi di Ottone II e Ottone III (X secolo) – ne confermerebbero l'appartenenza alla Chiesa di Parma.
Nel 1144 la villa era già sede di una pieve cui facevano parte le chiese delle ville (frazioni) limitrofe. Successivamente Fogliano fu data in feudo dal vescovo di Reggio a Guido da Fogliano (o Fogliani) con parte delle decime della chiesa. I Da Fogliano erano signori originari di queste terre, e Guido da Fogliano è considerato il capostipite di questa famiglia “guelfa” che si estinse, a causa di di una lunga serie di delitti e vendette che portarono la famiglia al disfacimento, nel XVIII secolo. Guido, che si era imparentato con papa Innocenzo IV incamerò la parte reggiana dei beni di Matilde di Canossa. Dei suoi figli, Guido II fu capitano del popolo a Reggio; Ugolino, podestà di Perugia; Matteo, podestà di Firenze; Guglielmo, vescovo di Reggio; Gilberto nel 1262 fondò Scandiano. Dopo un breve periodo di signoria estense (1289-1306), dopo la quale furono reintrodotte le istituzioni comunali, Reggio tornò ai da Fogliano con Niccolò, che nel 1333 ne divenne signore. Di Niccolò era figlio il celebre Guido Riccio da Fogliano, condottiero che fu capitano dei Senesi nella battaglia di Montemurlo (1311) contro i Pisani, da lui vinta; l'altro figlio Gilberto II invece fu signore di Reggio fino a quando dovette dare in mano la città agli Scaligeri (1335) che, a loro volta, misero in mano ai Gonzaga. Passata poi Reggio ai Visconti (1371), i da Fogliano, con a capo Francesco, si allearono con gli Estensi per rientrarne nuovamente in possesso. Persa la battaglia di Rubiera nel 1372, Francesco da Fogliano venne da loro giustiziato. Ciò non impedì un riavvicinamento alla casata viscontea del fratello di Francesco Guido Savino che si vide, così, confermati numerosi possedimenti, grazie anche al matrimonio del figlio Carlo con Isotta Visconti.

Nel XV secolo la villa di Fogliano, sede della pieve di San Colombano, aveva giurisdizione ecclesiastica sulle chiese di Pratissolo, Fellegara, Sabbione e Roncadella anche se, nel 1447, venne unita a Borzano. Da allora, l'antica pieve – della quale rimane soltanto un oratorio tuttora esistente nei pressi della ex fermata ferroviaria presso il torrente Lodola – venne declassata a favore della vicina Borzano e ridotta a semplice curazia. Poco più di un secolo e mezzo dopo, a causa dell'inadeguatezza del luogo di culto, i parrocchiani di Fogliano si adoperarono per costruire l'attuale chiesa parrocchiale lungo quella che oggi è la strada per Scandiano. I lavori per la canonica iniziarono nel 1625, e nel 1627 iniziarono le opere per la costruzione della chiesa. L'edificio sacro fu, tuttavia, terminato soltanto nel 1663 e la facciata addirittura un secolo dopo per essere definitivamente modificata tra '800 e '900.
Dal punto di vista demografico documenti d'archivio attestano che nel 1315 a Fogliano vivevano 12 famiglie, passate a 11 nel 1458 e a 150 abitanti nel 1595. Alla fine del XVIII secolo i residenti ammontavano a 351.
In epoca napoleonica Fogliano divenne comune autonomo con Gavasseto, Sabbione e Cacciola per poi passare definitivamente sotto il comune di Reggio, con la Restaurazione, nel 1815. Per queste ragioni storiche Fogliano è ancora oggi uno dei pochi casi, in provincia di Reggio, in cui i confini parrocchiali differiscono dai confini amministrativi, “varcandoli”: alla parrocchia di Fogliano, infatti, appartengono la località di Bosco, che è situata in comune di Scandiano, e i poderi settentrionali di Borzano, in comune di Albinea.

Nel 1883 Fogliano fu attraversata dalla ferrovia Reggio-Scandiano. Costruita dalla ditta Anaclerio di Napoli, che doveva anche gestirla, la linea era stata in un primo tempo erroneamente realizzata sulla strada Reggio-Scandiano. Fu allora che la ferrovia, una volta riattata sulla sede attuale, venne presa in gestione dal Safre (Società anonima ferrovie di Reggio Emilia), poi divenuto Ccfr (Consorzio cooperativo ferrovie reggiane). Sul territorio di Fogliano erano attive due fermate ferroviarie: Fogliano e Bosco, la prima non più in funzione.
Importante influenza sulla villa di Fogliano ebbe la famiglia Veneri, che nella villa possedeva numerosi poderi e tenute acquistati dal capostipite Antonio Veneri (1741-1820), divenuto conte sotto Bonaparte nonché senatore e ministro del tesoro nel regno d'Italia napoleonico. Figlio di commercianti di panni originari di Vetto, uomo onesto e abile contabile, fu nominato dal duca di Modena Francesco III d'Este responsabile dell'annona di Reggio, prestando servizio anche presso i Borbone di Parma, accentando altresì incarichi politici persino a Milano. Di natura umile e generosa Veneri viveva gran parte dell'anno tra le sue fertili terre foglianesi, curando in modo particolare la zootecnia e considerandosi un semplice agricoltore. La famiglia Veneri si estinse nel 1947 con la morte della contessa Amelia. La contessa, con un generoso lascito conferito poi all'Ente morale Veneri – composto da rappresentanti del Comune, del vescovo e della comunità di Fogliano – diede in eredità un'importante somma di denaro che sarebbe servita per la costruzione della scuola dell'infanzia, a lei intitolata e, ancora, oggi unica struttura per l'infanzia presente nella frazione. 

Nei primi decenni del Novecento anche a Fogliano si consolidò il movimento cooperativo: anche in loco, infatti, era nata una latteria sociale la cui eredità è tutt'ora rappresentata dal caseificio Villa Fogliano.
Nel 1938 l'amministrazione fascista, che in loco godeva altresì di una locale Casa del Fascio, costruì l'attuale scuola elementare Tricolore.
Di rilievo fu il tributo di sangue che la comunità di Fogliano diede alla causa della libertà con la Seconda guerra mondiale e la guerra di Liberazione. Furono sei i partigiani di Fogliano caduti in combattimento e altri 20 uomini della frazione furono deportati in un campo di lavoro in Germania dopo il rastrellamento del 7 agosto 1944. Uno di essi, William Bertoni, di 18 anni, non fece più ritorno. Nella zona non mancarono anche incursioni aeree alleate, sia a Villa Spadoni, già in territorio di Borzano, e sede di un comando tedesco, che a Villa Ferrari-Curli oggi Miari, anch'essa sede di un comando dell'esercito germanico. In quelle operazioni morì Lauro Vecchi, un ragazzo diciottenne, e rimase gravemente ferita una giovane ragazza, Giuseppina Bonacini.

Il dopoguerra fu caratterizzato dalla tradizionale “divisione” fra la componente socialcomunista della frazione e quella cattolica. Della località Due Maestà, quasi in toto facente parte del territorio della villa di Fogliano, era Afro Tondelli, dipendente del vecchio ospedale di Reggio, iscritto al Pci che cadde sotto il fuoco della polizia il 7 luglio 1960, durante la manifestazione di protesta contro il governo Tambroni.
Sino alla metà degli anni '60 la frazione di Fogliano conobbe un lento spopolamento, dovuto per lo più all'abbandono dell'attività agricola da parte di molti contadini che si trasferivano in città. Dagli anni '70, però, iniziò una prima rilevante espansione edilizia che portò alla costruzione del quartiere Peep di via Quasimodo e di altre lottizzazioni, sicché aumentò sensibilmente anche la popolazione.
Fra gli anni '60 e '70 nacquero le prime piccole industrie locali (si vedano le officine Braglia, che arrivarono a superare i 70 dipendenti), molte delle quali per mano di ex operai delle officine Reggiane. A metà anni '70 vi fu altresì il passaggio di consegne fra il parroco del dopoguerra don Ximenes Azzolini – che costruì il teatro parrocchiale, la chiesetta di S. Anna a Bosco, l'asilo Veneri, la nuova Canonica, e il suo successore.
Negli anni '70-'80 nacque nella nuova zona artigianale di via Melissa il centro sociale di Fogliano (1985) che 15 anni dopo si sarebbe trasferito nella nuova sede di via Nervi. In parrocchia è attivo un circolo parrocchiale Anspi.
Sino al 2010 Fogliano ha conosciuto un notevole sviluppo demografico e residenziale che l'ha portata a dotarsi di numerose aree verdi pubbliche e di una galleria commerciale di vicinato, che comprende un piccolo supermercato.
A causa degli imponenti flussi di traffico presenti sulla ex statale 467, la frazione attende la costruzione della variante all'abitato di Fogliano, di competenza degli enti locali e della Regione, per la quale è stato approvato il progetto preliminare.