La “villa” (frazione) di Rivalta (Rivêlta in lingua reggiana, Ripæ Altæ in latino eccl. Mod.) è citata per la prima volta nell'anno 857, ove si menzionava la presenza della chiesa e successivamente negli anni 902, in cui si parla di una “Ripa Alta curtis”. In loco, tuttavia, furono ritrovati reperti attribuibili al paleolitico, all'età del bronzo e al periodo romano.

Nel 1059 è citato un “castrum” (castello) che passò, in seguito, ai Da Palude per essere poi distrutto da un incendio nel XIV secolo. In quel periodo la località costituiva un comune autonomo, in seguito unito a quello di Reggio. La chiesa di Rivalta, fra le più importanti della diocesi e detentrice del titolo di Pieve, sin dalla fondazione è dedicata a Sant'Ambrogio patrono della villa assieme a Sant'Isidoro agricoltore, compatrono. Sede di arcipretura e vicariato foraneo, di Rivalta erano “filiali” le chiese di Canali, Coviolo, San Bartolomeo in Sassoforte e Codemondo. Il territorio rivaltese, collocato in una posizione ottimale dal punto di vista viario e climatico fu scelto dagli Estensi come residenza estiva della famiglia ducale sin dal XVII secolo. In loco sono presenti diverse dimore che appartennero al casato d'Este. La più importante è il Palazzo Ducale di Rivalta, una “piccola Versailles” iniziata negli anni '20 del Settecento e caduta in disuso, e in buona parte abbattuta, nei primi anni del 1800, in piena epoca napoleonica. Di questo complesso, che raggiunse i suoi fasti verso la metà del Settecento, oggi rimane l'ala meridionale, la recinzione e un oratorio. Alcuni dei 350 ornamenti che abbellivano il giardino all'italiana del palazzo si trovano ai giardini pubblici di Reggio (statue delle quattro stagioni), in piazza Prampolini (statua del Crostolo) e sul ponte di San Pellegrino (statue del Secchia e del Panaro). Da pochi anni l'area è di proprietà del Comune di Reggio, che ha posto in essere interventi per la sua valorizzazione, anche attraverso la realizzazione di eventi.

Le altre celebri dimore estensi di Rivalta sono la Villa d'Este, collocata nell'isolotto della Vasca di Corbelli, che forniva l'acqua alle fontane del Palazzo Ducale e Rivaltella, poi passata di proprietà alla famiglia Corbelli, fra i più importanti possidenti terrieri di Rivalta. Degna di nota anche la pregevole villa Settecentesca Lodesani-Falcetti, situata di fianco alla chiesa, la cui cancellata di ingresso proviene dalla Reggia. Fra le peculiarità di Rivalta è da segnalare anche la località “Le Tempie”. In questo luogo sorgeva l'oratorio del Tempio, una chiesetta dedicata a Santa Maria Maddalena e risalente all'epoca dei Templari (XII-XIII secolo). Nel 1573 il vicario generale del vescovo ordinò che l'oratorio fosse traslato in altro luogo: nonostante ciò era presente ancora nel 1652 anche se, dopo l'ultimo riscontro di esistenza dovuto alla visita pastorale del 1874, risulta scomparso. L'attuale chiesa parrocchiale fu edificata fra il 1832 e il 1848. In quel periodo la villa comprendeva 1267 abitanti suddivisi in 2014 famiglie patriarcali. Di queste 44 (366 persone) gravitavano e lavoravano nelle proprietà dei Corbelli e 20 (135 persone) in quelle dell'arcipretura, cioè della parrocchia. Soltanto 10 famiglie su 204 abitavano in casa propria.

L'indigenza, come in altre ville di Reggio, regnava sovrana e la maggior parte della popolazione era impiegata nell'agricoltura: pochi piccoli proprietari, alcuni affittuari, molti mezzadri, diversi braccianti agricoli. Fra gli altri mestieri da ricordare anche i carrettieri o birocciai (che trasportavano ghiaia dal vicino Crostolo), bottegai, fabbri, falegnami, casari, mugnai, manovali e pure un veterinario. In loco era in oltre presente una fornace per laterizi probabilmente di proprietà della parrocchia. Rivalta, vanta però il primato di essere stata la culla della prima cooperativa di tutta la provincia, risalente al 1874. La solidarietà fra i ceti bassi e la voglia di riscatto dei meno abbienti ha sempre contraddistinto questa frazione: la cooperativa era definita anche “casa proletaria” e poi fu sede delle sezioni dei partiti di sinistra. Lo sviluppo delle organizzazioni di ispirazione socialista prampoliniana fece di Rivalta, già all'inizio del XX secolo, uno dei tratti di quella cintura “rossa” che per decenni circondarono la città di Reggio. Il fascismo irruppe pesantemente nella frazione e non pochi furono gli antifascisti percossi, arrestati o che dovettero andare in esilio durante il Ventennio. Durante la Guerra di Liberazione 1943-1945 la frazione fu sede di un importanti presidi partigiani e molti partigiani di Rivalta si trovarono a capeggiare diverse brigate partigiane della pianura e della montagna. Alla fine del conflitto ben 180 rivaltesi erano annoverati fra le fila dei partigiani. La voglia di reagire alle violenze della guerra e della povertà indussero la comunità di Rivalta e quelle delle ville limitrofe ad adoperarsi nella rigenerazione di tante famiglie. Un riscatto che passò dalla creazione, per mano dell'ANPI reggiana, del “convitto scuola” di Rivaltella rivolto a giovani operati e contadini, sino all'opera di solidarietà verso i bambini milanesi rimasti senza casa (e famiglia) in seguito alle ferite della guerra. Fu in quel periodo che a Rivalta, sia da parte laica che da parte cattolica, furono intraprese iniziative che porteranno alla creazione di ben tre sezioni del PCI (a Rivalta centro, al Biroccio verso Baragalla e nella località di San Rigo) e al rilancio della cooperativa di consumo, che comprendeva spaccio, bar, teatro e bocciodromo. Nel 1946 la parrocchia di Rivalta mise in cantiere la costruzione della nuova scuola materna parrocchiale.

La Rivalta degli anni 1960 è una realtà molto viva, anche se permane il dualismo fra la parrocchia, che nel frattempo apre il cinema-teatro Corso, e la “cooperativa”. Nel centro della frazione, in quel momento, nasce una sala da ballo, rinomata in tutta la provincia (oggi scomparsa). Con l'espansione urbana della città la località di Baragalla viene a saldarsi con il capoluogo, verso nord, e con il Casale, verso sud: fu in quel periodo che una parte settenrionale della villa e della parrocchia andò a staccarsi da Rivalta per formare la nuova parrocchia di Baragalla. Negli anni '70 e '80 la frazione andò sempre più a delinearsi come zona residenziale della città “per eccellenza”. Stessa sorte è toccata alle località di San Rigo e Ghiarda, che tuttavia – date le dimensioni ridotte – presentano una rete di servizi pubblici e privati minori rispetto all'abitato principale. La posizione geografica, il diffuso sistema sei servizi pubblici e commerciali, la rete sociale, la qualità ambientale tutt'ora presenti fanno di Rivalta un quartiere autosufficiente che ancora oggi presenta elevati standard nella qualità dell'abitare e del vivere. Permane il problema del traffico di attraversamento che potrà essere risolto con la realizzazione di una variante all'abitato e con la razionalizzazione del trasporto pubblico.