Buon Pastore
Scheda storica
Il territorio del Buon Pastore (al Bòun Pastōr in dialetto reggiano, Jesu Boni Pastoris in latino eccl. Moderno) prende il nome dall'Istituto Buon Pastore, storica presenza di religiose di Nostra Signora della Carità situata sul lato occidentale di viale Umberto I, all'interno di un casinò settecentesco. La zona, storicamente, era parte della villa (e parrocchia) di San Pellegrino, da cui fu stralciata nel 1969, durante un periodo in cui fu completamente urbanizzata tutta l'area compresa fra piazza Cadorna (incrocio fra via Codro, viale Umberto I e via Pariati) e il ponte sul torrente Crostolo. Fu allora che nacque la parrocchia del Buon Pastore, che tutt'oggi rappresenta uno dei principali punti di riferimento comunitario della zona.
Nella zona di piazza Cadorna, un tempo chiamata “La Montata”, fu rinvenuto un grande villaggio con fossato, argine e palificazioni, risalente all'età del bronzo. Il villaggio era collocato vicino al greto del torrente Crostolo, quando il principale corso d'acqua che attraversa la città era collocato sul sedime di viale Umberto I (prima del XVI secolo). Il nome della Montata, tuttavia già nel 1469 e probabilmente si riferisce ai danni causati dalle inondazioni alla via dei monti. In questo luogo si trovava inoltre un'osteria omonima abbattuta nel dopoguerra e, poco lontano da qui, in via Pontida, era situata una fonderia di campane della famiglia Ratti.
All'incrocio della Montata (piazza Cadorna), in via Balletti, è situato il quartiere Giardino costruito dallo IACP nella prima metà degli anni '50 sopra un terreno su cui, un tempo, sorgeva una necropoli risalente all'età del bronzo. Il nuovo insediamento portò in loco circa 550 persone, quasi tutte provenienti da fuori comune e anche da altre province e regioni d'Italia, un fatto “nuovo” per la Reggio di allora. Sul lato ovest di via Cecati, verso il Crostolo, era probabilmente presente l'antica fornace quattrocentesca della famiglia Ancini. Lo storico ponte di San Pellegrino, invece, fu costruito dall'ingegner Ludovico Bolognini nel 1789, all'interno di una più vasta opera di ridisegno urbanistico dello “stradone” (viale Umberto I) che conduceva a Rivalta, in cui sorgeva la Reggia ducale, e alla montagna. All'incrocio di piazza Lepanto, subito a nord del ponte, si affacciavano un tempo gli edifici della “Fabbrica Liquori Francesco Cocchi” e la vecchia cooperativa di consumo di San Pellegrino. Agli anni '70 risale il centro direzionale di Via Montefiorino.
L'ambito del Buon Pastore è a totalmente carattere urbano: le uniche aree libere sono rappresentate dal verde attrezzato che contraddistingue la passeggiata di viale Umberto I. Fra le emergenze architettoniche di maggior rilievo si segnalano il casinò ottocentesco delle suore del Buon Pastore di via Rossa e la chiesa parrocchiale (1970), disegnata da Enea Manfredini. Su viale Umberto I si affacciano altre architetture ottocentesche e primonovecentesche vincolate dalla Soprintendenza.
La popolazione di Buon Pastore è passata dai 3.617 abitanti del 1984, ai 3.170 del 2010 ai 3.117 di oggi ed è composta in prevalenza da anziani (l'indice di vecchiaia è oltre un terzo pià alto della media comunale). Il tasso di natalità è basso (poco oltre il 7‰ rispetto al già basso 9,47‰ del comune) e la percentuale di cittadini stranieri è del 21% (rispetto al 17,5 del totale complessivo del capoluogo) e in prevalenza provengono da Albania, Ucraina e Moldavia. La media di componenti a famiglia è di 2,07 membri (il dato di Reggio è di 2,17).
L'ambito del Buon Pastore, fra le zone a più alta densità abitativa della città, è pienamente inserito in un'area urbana dotata di un buon numero di percorsi verdi – fra i quali spicca viale Umberto I – e servizi commerciali – si pensi al grande centro direzionale di via Montefiorino e alla spina “commerciale” di viale Umberto I. Sono presenti in loco realtà di primaria importanza quali la scuola primaria statale Matilde di Canossa, la parrocchia e l'Istituto del Buon Pastore e, già in territorio di San Pellegrino, l'Arcispedale S. Maria Nuova, il CEIS di via Codro e la casa della Salute presso l'ex ospedale Spallanzani (che riunisce fra l'altro i medici di base della zona). Al quartiere Giardino è intitolata la farmacia comunale di viale Umberto I che presto troverà sede nelle adiacenze dell'arcispedale Santa Maria Nuova. La farmacia, seppur facente parte del territorio della parrocchia di S. Agostino (nell'ambito di Porta Castello esterna), è punto di riferimento per tutto il quartiere. Poco distante è presente anche l'ufficio postale Reggio Emilia 4. In loco sono presenti anche il patronato provinciale ACLI e la scuola di danza Eidos di via Lago Calamone.
La zona è servita da un alto numero di linee del trasporto pubblico urbano (linee 4-5-6-10), con corse ad alta frequenza, nella direttrice fra la città e le frazioni di Rivalta e Coviolo. In loco transita anche la linea G della navetta del minibus, che corre fra il centro storico e il parcheggio Cecati. Lungo viale Umberto I, via Pariati e via Lungo Crostolo sono presenti percorsi ciclopedonali.
Bibliografia
- A. Cocconcelli, San Pellegrino ne' Borghi di Porta Castello. Undici secoli di storia, Reggio Emilia 1976
- AA.VV., Le diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Compendio di notizie e dati statistici, Age Editoriale, Reggio Emilia 1985
- W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985
- AA.VV., Piano dei Servizi, Comune di Reggio Emilia 2007-2009
- A. Zamboni, C. Gandolfi, L'architettura del Novecento a Reggio Emilia, Bruno Mondadori, Milano 2011