Il Migliolungo è un quartiere della periferia sudoccidentale della città, posto fra via della Canalina e l'asse omonimo che collega il capoluogo alla frazione di Coviolo. Il nome della località, probabilmente, è legato al lungo rettifilo che potrebbe risalire all'epoca romana che attraversa il quartiere. Reperti di epoca romana sono stati ritrovati nei pressi dell'attuale chiesa parrocchiale di San Giuseppe.

Sino alla prima metà del Novecento la zona era a carattere prevalentemente agricolo, suddivisa fra le frazioni di villa Coviolo e villa San Pellegrino. Gli insediamenti erano caratterizzati dal fondo Migliolungo, dal fondo Canalina, dal podere Rossi, casino Vallini, possessione Barchi poi Gatti, e infine dal beneficio della chiesa urbana soppressa di San Lorenzo, dove poi sarebbe sorta la parrocchia di S. Giuseppe al Migliolungo. Il primo grande intervento di trasformazione si ha negli ultimi anni del regime fascista: fra il 1937 e il 1942 l'Istituto fascista autonomo case popolari realizzò il Villaggio Principe di Napoli, che dopo la seconda guerra mondiale venne intitolato all'operaio antifascista Alberto Catellani, morto nelle carceri fasciste il 1° maggio 1943. Nel dopoguerra la zona assunse un forte sviluppo urbanistico: poco prima della grossa curva della strada del Migliolungo (attuale via f.lli Rosselli) venne realizzato il “Villaggio dei Sospiri” e, fra il 1957 e il 1967 il quartiere Canalina di via Compagnoni nel quale troveranno casa molte famiglie provenienti dai rioni “proletari” del centro storico. Nel 1956 fu eretta la parrocchia di San Giuseppe al Migliolungo, dotata di un asilo infantile e di un campo sportivo. I servizi religiosi erano iniziati, in loco, attraverso la cura delle suore missionarie francescane del Verbo Incarnato già prima della guerra e soltanto negli anni successivi alla Liberazione fu creata una cappella grazie all'opera del primo cappellano poi parroco don Alberto Altana, succeduto nel 1958 da don Giuseppe Palazzi. Attualmente, oltre alla chiesa parrocchiale, è attiva una cappella dedicata a Maria Ausiliatrice in via Bergonzi. Lo sviluppo urbanistico continuò per tutti gli anni '70 e '80 con la nascita del quartiere a proprietà cooperativa indivisa Abicoop di via Fenulli, del PEEP Canalina-Motti e la nascita del quartiere Betulla 21 al posto del (demolito) Villaggio Catellani. Negli anni Novanta venne realizzato l'asse attrezzato di via Inghilterra, che tutt'oggi funge da tangenziale ovest al capoluogo. In quel periodo, presso la parrocchia, nacque anche la Casa della Carità cittadina. Con il nuovo millennio prese slancio l'opera di riqualificazione urbana del quartiere di via Compagnoni, ancora in corso. 


Bibliografia:

  1. A. Cocconcelli, San Pellegrino ne' Borghi di Porta Castello. Undici secoli di storia, Reggio Emilia 1976.
  2. AA.VV., Le diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Compendio di notizie e dati statistici, Age Editoriale, Reggio Emilia 1985.
  3. W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985.
  4. AA.VV., Piano dei Servizi, Comune di Reggio Emilia 2007-2009.
  5. A. Zamboni, C. Gandolfi, L'architettura del Novecento a Reggio Emilia, Bruno Mondadori, Milano 2011.