Marmirolo (Marmirōl in lingua reggiana, Marmoriolum, Marmirollum o Marmorioli in latino ecclesiastico moderno) è una “villa” (o frazione) del comune di Reggio il cui toponimo, diffuso in tutta la Val Padana, nella dizione latina “pietra cotta” o “laterizio”, richiama le origini strettamente legate al materiale da costruzione dei numerosi ponti che attraversavano questa zona ricca di corsi d'acqua. Marmirolo era, da tempi immemori, sede di antiche fornaci: l'ultima interruppe la sua attività negli anni 1980.

Il “castrum” (castello, ndr) di Marmirolo è nominato per la prima volta in un documento del 1052. Nella villa erano presenti beni appartenenti al monastero di San Prospero extra mœnia di Reggio, ottenuti in seguito a donazioni. Il marchese Bonifacio di Canossa diede in permuta le sue proprietà nella zona di Marmirolo, fra cui una corte con cappella, in cambio di altri beni in enfiteusi. La villa è, comunque, citata per la prima volta in una carta del 952 anche se in loco sono state rinvenute palificazioni di età indeterminata attribuibili all'età del bronzo e altri ritrovamenti risalenti al periodo romano. Nel 1315 Marmirolo figura come libero comune: un'autonomia che mantenne sino alla fine del XVIII secolo, in cui contava 356 abitanti. Con la Restaurazione, nel 1815, la località fu unita al comune capoluogo. La chiesa di Marmirolo, intitolata ai Santi Margherita e Biagio e soggetta alla pieve di Bagno, è ricordata per la prima volta in un testamento del 1255, sebbene nel 1543 si segnalasse una canonica in rovina e, ancora a inizio '700, e una chiesa “assai umida” e degradata. Nel 1723 fu ricostruita nella forma attuale, nonostante la facciata sia rimasta incompiuta. Sino al 1935 il territorio di Castellazzo era parte integrante della parrocchia e della villa di Marmirolo. Da quell'anno la campagna a nord della ferrovia entrò a far parte della nuova villa e parrocchia di Castellazzo, intitolata alla Madonna della Neve. La villa di Marmirolo è sempre stata contraddistinta da un forte fervore cattolico ed era considerata una delle pochissime zone “bianche” di Reggio. La parrocchia è il fulcro della vita religiosa e sociale della comunità e ancora oggi rappresenta il principale punto di riferimento per gli abitanti della frazione. Fu proprio in parrocchia che si tennero i primi comizi del Partito Popolare, a inizio '900, e fu in quella sede che nel 1902 nacque la banda musicale parrocchiale “Santa Cecilia” di Marmirolo, ancora oggi in attività. Nel 1965 su impulso del parroco fu inaugurata, alla presenza del vescovo di Reggio Beniamino Socche, la scuola materna parrocchiale Maria Immacolata passata in gestione allo stato nel 1974. Attualmente nell'area parrocchiale, sono ricompresi la scuola dell'infanzia sopraccitata, i campi sportivi, le sale gioco, la pista polivalente e un circolo-oratorio Anspi, con tanto di bar. In parrocchia si svolgono le sagre di paese e un rinomato torneo di Dodgeball. Nel 1990, sull'invaso delle cave dell'ex fornace di via della Pace, du realizzata l'Oasi di Marmirolo, gestita dal WWF e meta di tante visite didattiche.


Bibliografia:

  1. AA.VV., Annuario della Diocesi di Reggio Emilia, Editrice Age, Reggio Emilia 1963
  2. W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985
  3. AA.VV., Le diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Compendio di notizie e dati statistici, Age Editoriale, Reggio Emilia 1985
  4. AA.VV., Abitare nella Sesta, Circoscrizione VI, Reggio Emilia 2007
  5. AA.VV., Piano dei Servizi, Comune di Reggio Emilia 2007-2009