Masone
Scheda storica
La villa di Masone (La Masòn o Masòun in lingua reggiana, Mansionis in latino) sino al tardo medioevo era chiamata Tresinara (Trixinariæ in latino), dal vecchio corso del torrente Trasinaro che attraversa tuttora l'abitato. Il toponimo potrebbe avere origine dal latino “mansio-onis” o comunque direttamente dal termine “mansum”, da cui maso, masseria, abitazione.Tresinara è nominata per la prima volta in un documento del 1010.
La chiesa, dedicata a San Giacomo apostolo, fu edificata nel 1133 assieme a un ospedale intitolato a Sant'Ilario, esistente almeno sino al XVI secolo. Il territorio di Tresinara faceva parte della Commenda di Reggio dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, da cui il termine “Masone”. Nel 1315, in base a quanto scritto sul Libro dei Fuochi custodito all'Archivio di Stato di Reggio, era comune autonomo e un “castrum de Trisinaria” è documentato in un “diploma” risalente al 1368. Nel 1447 il comune comprendeva anche le località di Calvetro, che ancor'oggi fa riferimento alle case sparse poste a nord della chiesa, Roncadella e Marmirolo. Durante il periodo napoleonico fece parte del comune di Reggio, quindi contesa fra Rubiera e San Martino in Rio, per passare per un breve periodo sotto il comune di Marmirolo e entrare a far parte, con la Restaurazione, del comune capoluogo (1815). La chiesa di Masone, posizionata sino alla costruzione del nuovo edificio (1773) a sud della via Emilia, era molto piccola e facente parte della parrocchia di Roncadella. Solo verso la metà del XVI gli abitanti di Calvetro ottennero di promuovere l'oratorio al rango di chiesa curata. Richiesta accettata, probabilmente anche a causa della impossibilità delle famiglie della villa di raggiungere Roncadella per colpa dei danni provocati alle vie di comunicazione da un'alluvione. Storicamente il territorio di Masone è stato legato a enti o istituzioni ecclesiastiche di assistenza pubblica, che avevano lo scopo di svolgere opere di carità per gli strati più poveri della popolazione. La toponomastica dei fondi e la numerazione “ordinale” dei poderi, chiamati “possessioni” testimoniano questo tratto caratteristico del paesaggio agrario. Le stesse osterie un tempo presenti sulla via Emilia – si pensi alla vecchia “Osteria dell'Abate”, il cui edificio di origine seicentesca definisce tuttora il profilo urbano della villa – portano i segni di questa preesistenza. Queste tenute, alcune delle quali esistenti già nel 1500, appartenevano ai possedimenti fondiari dell'Opera pia della carità di Reggio, passati nel secolo scorso all'Ente Comunale di Assistenza. La frazione ha sempre avuto un tessuto sociale molto vivace, sfociato con un impegno civile e politico sia durante la Guerra di Liberazione 1943-1945, che vide in loco l'uccisione di 4 partigiani per mano dei tedeschi, che durante tutto il '900. A segnare il dopoguerra di Masone è senz'altro la nascita del mulino cooperativo, che oggi con il suo grande complesso di edifici produttivi costituisce il principale simbolo di riconoscibilità della villa, oltre alle già esistenti cantina e latterie sociali. Fondato nel 1948 si ingrandì di decennio in decennio accorpando altre importanti realtà del territorio confluendo nel CPCA (1968) e successivamente Progeo, nata nel 1992 dalla fusione di tre cooperative: CPCA di Reggio, APCA di Modena e APCA di Bologna. Lo spopolamento delle campagne, a partire dagli anni successivi alla fine della guerra, portò a un calo demografico che fra gli anni '70 e '80 causò la chiusura della scuola elementare. Nonostante ciò già nel 1985 la villa si attivò per realizzare il centro sociale Primavera, nato dall'impegno di molti volontari del posto e principale centro di aggregazione sociale per le frazioni a est di Reggio. L'intraprendenza degli abitanti di Masone, coadiuvati dal Comune, ha portato a proporre l'ex Podere Benci – antica possessione delle opere pie – come sede del nuovo polo sportivo della frazione e di un parco.
Il toponimo fa riferimento all'area parrocchiale, anche se il nucleo storico della villa è situato sulla via Emilia, all'Abate a al Gazzarro, all'incrocio fra le strade che porta alla chiesa e a Marmirolo con la via Emilia. Sino agli anni Settanta la villa era caratterizzata – nucleo storico a parte – dalle case sparse tipiche del paesaggio agricolo reggiano. In quel periodo furono costruiti, a sud della via Emilia, l'area artigianale-produttiva e il quartiere Peep, che portò a un sensibile aumento della popolazione. Discorso a parte merita l'area produttiva del mulino, che ha avuto una crescita di rilievo dal 1948 ad oggi. Negli anni '80 e '90 non ci furono particolari trasformazioni. Soltanto negli anni 2000 la villa ha visto una copiosa espansione nelle aree libere di completamento del piano regolatore e in nuove aree di espansione in via Socini. Negli ultimi cinque anni la crisi ha, di fatto, bloccato le trasformazioni urbane in corso. Le aree urbane rappresentano soltanto il 6% del territorio della frazione, sebbene siano popolate dal 67% degli abitanti della villa. Il restante 33% abita nel territorio rurale, una percentuale tutto sommato alta se confrontata con le altre ville. Fra le principali emergenze architettoniche, oltre alle varie “possessioni” agricole, si segnalano l'edificio dell'Abate (o Abbate) e tre oratori, purtroppo in grave stato di abbandono: San Nicola in località Le Piante, San Pietro e Santi Grisante e Daria a Calvetro.
Fra gli anni '60 e '70 la frazione fu caratterizzata da un lieve spopolamento, dovuta alla “fuga” dalle campagne in favore dei centri industriali di molte famiglie. Con la costruzione del quartiere Peep di via Fratelli Socini, fra gli anni '70 e '80, ci fu un certo aumento demografico cui seguì un'altra flessione negli anno 1990. Dal 2000 al 2014 l'incremento dei residenti è stato del 43%, attestandosi a 1.577 abitanti. L'indice di vecchiaia è poco più basso rispetto alla città nel suo complesso, mentre il tasso di natalità è di poco più alto (11,41‰ contro il 9,4‰). Gli stranieri provengono per la maggior parte da Romania, Marocco e India e rappresentano l'11,35% dei residenti (a livello comunale il dato si attesta al 17,65%).
A Masone permane una struttura commerciale di tipo essenziale. Rispetto alle piccole frazioni che lo circondano è, tuttavia, assieme a Gavasseto e a Bagno, un centro dotato ancora di piccole esercizi al dettaglio. Da segnalare che in loco è presente anche la sede di un'agenzia bancaria. Non sono presenti né medici di base – gli ambulatori sono a Bagno, nel capoluogo e a Gavasseto – né plessi scolastici attivi: le scuole di riferimento sono Marmirolo e Gavassa per la primaria e la scuola Einstein per le secondarie di primo grado. Le scuole dell'infanzia statali più vicine sono quelle di Marmirolo e Gavasseto. Il più limitrofo nido d'infanzia è il Giulia Maramotti di San Maurizio. I principali poli di aggregazione sociale sono la parrocchia di San Giacomo, dotata di un campo sportivo e il centro sociale Primavera, che annualmente in settembre promuove una festa di paese molto partecipata: la Festa dell'Uva. Nel centro abitato è presente anche una sala civica di proprietà del comune di Reggio, adibita a palestrina, presso il quartiere Peep. La frazione ospita il centro diurno per disabili il Villaggio, con sede nell'ex scuola elementare. Nella villa sono presenti diverse strutture sportive pubbliche: un campo da calcio e una pista polivalente al centro sociale e un campo sportivo regolamentare dotato di spogliatoi a ridosso del polo sportivo dell'ex Podere Benci. A Masone sono presenti due parchi: il Parco Fratelli Vecchi all'ex Podere Benci, dotato di un percorso-vita di 1.100 m, e il Parco Dino Lugli di via Asseverati, a nord della chiesa. Notevole anche il verde pubblico dell'area Peep, il meno recente e più “sviluppato”, dal punto di vista della vegetazione, della villa. La villa è dotata dell'area cimiteriale.
La principale problematica di mobilità della frazione riguarda il traffico degli autoveicoli sulla via Emilia, che rende difficile la mobilità interna all'abitato, in particolare per le utenze “deboli”, ovvero ciclisti e pedoni. Gli strumenti della pianificazione prevedono una variante all'abitato fra la ferrovia Milano-Bologna e la via Emilia, ma nessun atto concreto in tale direzione è stato finora ottemperato. Sulla via Emilia è presente una pista ciclopedonale che collega Masone alla città e a Bagno (da terminare). Il trasporto pubblico è a densità medio-bassa ed è svolto dalla linea urbana 2 S.Ilario-Rubiera.
Bibliografia:
- AA.VV., Annuario della Diocesi di Reggio Emilia, Editrice Age, Reggio Emilia 1963
- W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985
- AA.VV., Le diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Compendio di notizie e dati statistici, Age Editoriale, Reggio Emilia 1985
- AA.VV., Abitare nella Sesta, Circoscrizione VI, Reggio Emilia 2007
- AA.VV., Piano dei Servizi, Comune di Reggio Emilia 2007-2009