La frazione di Gavassa (Gavâsa in lingua reggiana) era già abitata durante il periodo romano, tant'è che proprio nei pressi della chiesa fu rinvenuta un iscrizione marmorea di quell'epoca. Il toponimo è probabilmente un idronimo derivante da Cavo, a testimonianza dei numerosi canali e corsi d'acqua che caratterizzavano la zona, un tempo umida e paludosa.

La località è nominata per la prima volta nell'835 in un documento che riferiva di due masserizie, nell'857 in un diploma di Ludovico II e nell'883 in un atto a favore della Chiesa di Reggio. Tuttavia si sa che Gavassa faceva parte del contado appartenente a Matilde di Canossa, poi ceduto nel 1166 da Guelfo VI, nipote della contessa, a Gherardo Rangone. Nel 1171 viene nominata per la prima volta la chiesa, dedicata tutt'oggi a San Floriano martire, più volte ristrutturata e ampliata. Il comune rurale di Gavassa, nel libro dei fuochi del 1315, comprendeva 40 uomini, di cui 26 mezzadri, 4 cittadini e 10 abitanti in casa d'altri. Gli abitanti erano 430 nel 1663 e 941 a fine Settecento. Fra gli episodi da segnalare è bene ricordare che nel 1756 nacque proprio a Gavassa uno dei primi monti frumentari cattolici. Storicamente Gavassa è sempre appartenuta al Comune di Reggio, ad eccezione di un breve periodo intercluso fra il 1805 e il 1807, quando assieme a Massenzatico, entrò a far parte del comune di Budrio, attuale frazione di Correggio. La forte caratterizzazione agricola e contadina di questa terra (nel XIX secolo si stima che un terzo della popolazione fossero braccianti agricoli e la maggior parte mezzadri) portò alla nascita della prima cooperativa di contadini a ispirazione cattolica (1899). Gavassa, infatti, aveva da sempre visto una forte presenza dell'associazionismo cattolico. Alto fu il tributo di sangue della frazione durante la Prima Guerra mondiale (42 caduti) e altrettanto grave il bilancio di vittime durante la Seconda Guerra mondiale, la Guerra di Liberazione e la Resistenza. Nel dopoguerra, su impulso della locale parrocchia Gavassa la frazione continuò a investire sulla valorizzazione delle proprie radici comunitarie e contadine. Attorno alla chiesa furono realizzate moltissime attrezzature comuni di tipo sportivo, sociale ed educativo. Fino a pochi anni fa, la frazione celebrava la famosa 'Festa d'la Batdura' (Festa della Trebbiatura) in cui venivano rappresentati dagli abitanti della villa gli antichi mestieri legati alla vita rurale.


Bibliografia:

  1. G. Tiraboschi, Dizionario topografico storico degli stati estensi, XVIII sec..
  2. W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985.
  3. M. Iotti, Gavassa nei secoli, Storia di una comunità contadina, Reggio Emilia 1992.
  4. AA.VV., Laboratorio Geostorico Tempo Presente, Un'esplorazione geostorica nel territorio della Circoscrizione 7, Comune di Reggio Emilia 2007.