Il Piano Urbanistico Generale (PUG), dedicato alla rigenerazione del territorio urbanizzato, e la Strategia per la Qualità Urbana ed Ecologico Ambientale (Strategia) sono i due strumenti che la nuova Legge introduce per attuare questa rinnovata visione di comunità e territorio.

Il Piano, in particolar modo, deve rappresentare il quadro condiviso e riconosciuto, la visione unitaria dei fenomeni urbani, delle norme di comportamento e di utilizzo del territorio, e sviluppare quella città pubblica che si declina in una rete di luoghi e servizi pubblici e privati (piazze, giardini, parchi, istituzioni, scuole, edifici e luoghi per lo sport e la cultura, servizi per il sociale e sanitari, luoghi di culto, sedi dell’associazionismo) in grado di garantire la fruizione di tutti i cittadini, favorendo l’inclusione sociale e spaziale. Una visione collettiva della città, economica, sociale e ambientale che declinata nella Strategia deve diventare il quadro di riferimento per gli interventi di trasformazione della città.

Il terzo elemento, la Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale (ValSAT) è lo strumento di valutazione incardinato, fin dall’elaborazione del Quadro Conoscitivo, nel processo di Piano e della Strategia, trasformando il classico quadro conoscitivo in lettura diagnostica del territorio quale scenario di partenza per orientare strategie e azioni del nuovo Piano.

Sfide ed indirizzi di intervento per la Strategia

Il PUG si pone come modello adattivo e incrementale, finalizzato a creare le condizioni perché la città possa crescere rigenerando se stessa, attraverso la valorizzazione delle proprie eccellenze, l’attrattività di nuove funzioni e competenze, l’approccio pragmatico e sfidante sulle principali criticità a partire soprattutto da quelle ambientali e climatiche, con obiettivi temporali medio lunghi, ma trovando soluzioni che consentano di agire già nel presente.

Il PUG assolve inoltre al duplice compito di individuare i sistemi urbani e le parti di città a cui applicare le differenti modalità di intervento, nonché definire, attraverso la Strategia, gli indirizzi che ne devono orientare l’operato.

La Strategia si articola in tre sfide, che definiscono il senso e le priorità per la crescita della città e che devono essere lette in maniera sistemica ed interdipendente:

  1. neutralità climatica
  2. beni comuni
  3. attrattività

Le sfide, a loro volta, sono declinate in strategie ed azioni impostate sulla base degli SDGs (Sustainable Development Goals).

Neutralità climatica:

  • adattamento ai cambiamenti climatici
  • rigenerazione urbana vs consumo di suolo
  • potenziamento dei servizi eco-sistemici
  • mobilità sostenibile (dalla mobilità alla accessibilità)
  • riqualificazione del patrimonio edilizio (sicurezza sismica, efficienza energica, comfort abitativo)

Beni comuni:

  • spazi pubblici e servizi (accessibili, fruibili, usabili)
  • patto locale per l’abitare solidale

Attrattività:

  • qualificazione dell’offerta commerciale e turistica
  • valorizzazione della Città storica
  • territorio rurale (agricoltura sostenibile e patrimonio paesaggistico)
  • rifunzionalizzazione dei luoghi della produzione
  • rete dei Poli funzionali

La Strategia individua inoltre due indirizzi di modalità di lavoro, per affrontare come è stato costruito e come verrà gestito il Piano:

  1. area vasta;
  2. innovazione urbanistica (amministrativa e di processo).

Area vasta:

  • da competitività a cooperazione fra Città
  • un Piano pienamente internazionale

Innovazione urbanistica (amministrativa e di processo):

  • semplificare, informatizzare, incentivare
  • legalità e trasparenza
  • orientare le dinamiche edilizie ed immobiliari
  • partnership pubblico-privata

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