Tavolo interistituzionale di contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili
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Il 6 febbraio 2018 in occasione della Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, è stato formalizzato il Tavolo interistituzionale con la firma presso la Sala del Tricolore, del Protocollo d’Intesa per la prevenzione, il contrasto e il divieto delle Mutilazioni Genitali Femminili.
Il Comune di Reggio Emilia ha svolto, tra il 2014 e il 2015, il ruolo di capofila per il territorio reggiano promuovendo il progetto Regionale per “La prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”, in riferimento alla legge n.7 del 9 gennaio 2006 avente ad oggetto "Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile".
Per non disperdere il lavoro svolto e per assumere con fermezza una precisa politica di contrasto alle MGF, l'Amministrazione comunale ha promosso la nascita del tavolo interistituzionale permanente di contrasto alle MGF.
Il Tavolo è composto da Istituzioni ed associazioni: Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia, Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia, Ordine dei Medici di Reggio Emilia, Fondazione Mondinsieme, Associazione NondaSola di Reggio Emilia, Forum Donne Giuriste, Associazione Italiana Donne Medico, Associazione medici con l’Africa di Modena e Reggio Emilia, Associazione Donne immigrate dell’Emilia Romagna ( ADMISER), Comunità egiziana di Montecchio e di Reggio Emilia, Organizzazione italo marocchina di amicizia e cooperazione di Reggio Emilia e provincia OIMAC, Comunità Nigeriana di Reggio Emilia.
È disponibile online la registrazione del convegno “MGF: è vicino ciò che sembra lontano”, promosso dal Comune di Reggio Emilia - con il patrocinio e la collaborazione di Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Ausl Reggio Emilia-Irccs Santa Maria Nuova e Università degli Studi di Milano Bicocca – che si è svolto il 6 febbraio 2021, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili (Mgf) proclamata dalle Nazioni Unite il 6 febbraio del 2003.
L’appuntamento rientrava in un ampio progetto di sensibilizzazione, informazione, formazione e prevenzione promosso dal Tavolo interistituzionale di Contrasto alle mutilazioni genitali femminili di Reggio Emilia, di cui il Comune è capofila.
Focus dell’incontro, dopo un’introduzione a cura dell’assessora alle Pari Opportunità Annalisa Rabitti, è un approfondimento sulle Mgf, da diversi punti di vista sanitario, legale e culturale.
Tra gli interventi, quello di Daniela Mecugni, professoressa associata di Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche e presidente del corso di laurea in Infermieristica di Unimore - sede di Reggio Emilia, sull'importanza della formazione, dell'informazione e della comunicazione senza luoghi comuni e stigmatizzazioni; un approfondimento di Andrea Foracchia, ostetrico e ginecologo dell’associazione Medici con l’Africa di Modena e Reggio Emilia, su “Esperienze sanitarie. Fra codici culturali e pratica clinica”; un contributo di Giovanna Fava, avvocata del Forum delle Donne giuriste, sull’aspetto giuridico-legale in particolare rispetto al tema della prevenzione.
Alle ricercatrici dell'Università degli Studi Milano Bicocca Patrizia Farina e Giorgia Papavero, invece, spetta invece la presentazione degli esiti della ricerca “Mgf: è vicino ciò che sembra lontano”, contenente i numeri delle donne portatrici di mutilazioni genitali in Italia e delle bambine a rischio. L’indagine, effettuata attraverso interviste a cittadine immigrate presenti sul territorio reggiano e nazionale e finanziata dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, è funzionale a raccogliere e mappare i bisogni medico-sanitari delle donne intervistate e finalizzato a costruire politiche di prevenzione e contrasto del fenomeno.
A chiudere gli interventi sono le testimonianze dirette di Sara El Meligy, che ha partecipato alla ricerca intervistando donne che hanno raccontato la loro esperienza vissuta di mutilazione, e Saadia Baraka, che ha scelto di mettere a servizio la sua dolorosa esperienza per preservare dal dolore e da ferite indelebili bambine e donne, e per salvare vite umane.
Modera il convegno Faiza Mahri, coordinatrice del Tavolo interistituzionale per il contrasto delle Mgf.
L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce le mutilazioni genitali femminili come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”.
L’espressione è stata adottata nel 1990 ad Addis Abeba dai 118 delegati di 28 Paesi e varie agenzie dell’Onu.
Si stima che nel mondo siano circa 200 milioni le donne e le bambine che hanno subito e convivono con una mutilazione genitale. Entro il 2030, se non si attueranno strategie di contrasto e di educazione, si prevede che saranno 68 milioni le donne e le bambine a rischio.
Da tempo il Comune di Reggio Emilia si è impegnato su questo tema, aderendo al progetto regionale per “la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” che fa riferimento alla legge del 2006, e promuovendo diverse iniziative di informazione, formazione e di sensibilizzazione per il contrasto delle Mgf.
A tale proposito ha promosso la formazione di un Tavolo interistituzionale composto da: Servizi comunali, Azienda Usl-Irccs di Reggio Emilia, Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia, Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Reggio Emilia, Fondazione Mondinsieme, associazione NondaSola di Reggio Emilia, Forum Donne giuriste di Reggio Emilia, Associazione italiana Donne Medico, Associazione medici con l’Africa di Modena e Reggio Emilia, associazione Donne immigrate dell’Emilia-Romagna, Comunità egiziana di Montecchio e di Reggio Emilia, Organizzazione italo-marocchina di amicizia e cooperazione di Reggio Emilia e provincia (Oimac), Comunità nigeriana di Reggio Emilia, Unicef, Amnesty International.
In quest’ottica di collaborazione, il 6 febbraio 2019, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per il contrasto alle Mutilazioni genitali femminili, che impegna gli enti, le istituzioni e le associazioni territoriali di riferimento a condividere e rendere più efficaci le azioni per promuovere sinergie di intervento in materia di contrasto alle mutilazioni genitali femminili, ognuno con la propria competenza. Il documento mira inoltre a creare una sinergia tra i vari livelli istituzionali e i soggetti privati attivi sul territorio per una rete finalizzata al contrasto delle mutilazioni genitali femminili, prevedendo anche un piano di azione che contenga strategie e metodologie di lavoro condivise al fine di conoscere e contrastare i vari aspetti del problema. Con il Protocollo si gettano dunque le basi per un comune impegno sul piano politico/culturale attraverso interventi di sensibilizzazione e azioni di tipo operativo nelle istituzioni, nella scuola, nel lavoro e in qualsiasi ambito di socializzazione.