Si è concluso nella primavera 2024 l’intervento di restauro, recupero funzionale e valorizzazione del Palazzo della Reggia di Rivalta, finanziato dal Ministero della Cultura con 2 milioni di euro nell’ambito del progetto nazionale Ducato Estense.
Il Palazzo ducale si estende su una superficie attuale di 3.500 metri quadrati, ciò che resta della Reggia settecentesca – ispirata ai modelli di Versailles e Colorno -parzialmente demolita nel corso del XIX secolo: l’ala meridionale, articolata su tre livelli, e un seminterrato con pianta rettangolare.

Autore del progetto esecutivo di restauro e valorizzazione del Palazzo ducale (lotto 1) è il Raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp) formato da Ufficio progetti Architetti associati Giorgio Adelmo Bertani e Francesca Vezzali, Bisi & Merkus Studio associato, Erreci Ingegneri associati, Studio termotecnici associati e Studio Due Esse di S. Sola.

Il progetto interpreta il Palazzo come un luogo che “parla alla comunità” e lo valorizza integrando intorno ad esso temi diversi, potenziali o già presenti e consolidati, fra cui: sociale-pubblico, partecipativo, culturale, paesaggistico e ambientale, economico.

I punti di debolezza inferti dalle vicende storiche subite dall’edificio sono stati trasformati in punti di forza: un’opportunità le cui matrici sono ben riconoscibili nella stessa meravigliosa storia dell’edificio che diventa epicentro, crocevia degli immaginari, punto di contatto tra memorie del luogo, storie legate all’arte, alla letteratura e all’architettura, alla scienza, alla botanica, al paesaggio e al territorio come soggetto economico e strategico.

L’intervento di restauro, diretto dall’architetto Fausto Bisi dello Studio Associato Bisi & Merkus con la collaborazione dello studio Erreci ingegneri associati, lo Studio Termotecnici Associati, lo Studio Tecnico 2 ESSE di Stefano Sola e la ditta National Heritage Conservation di Daniela M. Murphy, ha provveduto al consolidamento strutturale complessivo del monumento e al restauro delle facciate e del piano rialzato nella parte in cui ancora oggi sono presenti i cicli decorativi attribuiti al pittore Giacinto Venturi, assicurando la piena funzionalità e accessibilità dei locali.

In particolare, nella torre est - sulla facciata meridionale e in quella di levante – sono state consolidate le tre meridiane presenti, due delle quali del tipo alla francese (l’ombra proiettata dall’intero gnomone indica l’ora del giorno e il periodo dell’anno) e una italica alla campana (in cui l’ora è indicata dall’ombra della sola punta dello gnomone).

L’intervento è stato l’occasione per acquisire alcune ulteriori informazioni sulla storia materiale del monumento, approfondimenti che hanno permesso la ricomposizione filologica della sua immagine.

Grazie alla permanenza di alcune importanti tracce delle coloriture originali, si è potuto ripristinare l’originale cromìa con i fondi di color rosa rossiccio “come l’aurora” e, nelle parti in aggetto, un bianco avorio.

I locali interni sono ora liberi dalle porzioni aggiuntive realizzate fino a tempi recenti e a questi ambienti sono stati riconsegnati i colori e le pavimentazioni originali recuperate; durante i lavori sono riapparse, negli ingressi alle stanze dal corridoio, le indicazioni delle loro funzioni, come ad esempio “camera di risserva” o “ingresso all’alloggio del medico”.

Si è provveduto al restauro pittorico e della “plastica” presente nelle due sale principali della torre est. Le decorazioni apparivano lesionate con distacchi e con abbondanti depositi carboniosi e polveri. L’intervento di restauro si è svolto nello spirito conservativo, pulendo le superfici e consolidandole, riconsegnando così alle stanze l’originale brillantezza, seguendo le indicazioni date dai funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Sono stati inoltre predisposti gli impianti tecnologici per assicurare al solo piano rialzato le forniture per gli usi futuri.