Ospizio o Villa Ospizio (“L'Uspési” in dialetto reggiano, Hospitii in latino eccl. moderno) è una ex frazione del comune di Reggio Emilia, oggi popoloso quartiere situato un chilometro a est del centro storico. Questa ex villa è così denominata per un ospizio, fondato nel 1688 dai Padri Minimi, dove sorgeva l'ex Casa di Riposo o di Mendicità “Leoncino” non più esistente.

La chiesa parrocchiale di Villa Ospizio fu edificata nel 1769 su una preesistente cappella intitolata a San Francesco da Paola. In quell'anno fu eretta ex novo la parrocchia con stralcio dalle parrocchie urbane di S.Pietro, S.Raffaele e S.Biagio, elevata poi a prevostura nel 1832. Rifatta tra il 1815 e il 1839 nella forma attuale, terminata la facciata nel 1906, venne restaurata nel 1920. All'interno, sopra la porta d'ingresso, vi è una bella copia su tela del Cristo in Croce di Guido Reni. Sulla via Emilia sorge una villa immersa nel verde già abitazione del tenore reggiano Ferruccio Tagliavini. Fino alla fine della guerra Villa Ospizio, da sempre comunità autonoma rispetto il cuore della città, aveva addirittura la sua casa del fascio (oggi rimaneggiata e sede dei Monopoli di stato): il luogo era già molto popolato nei primi decenni del '900 in quanto, oltre a essere prossimo al centro storico e collocato sulla via Emilia, già ospitava i primi insediamenti industriali. Fortemente danneggiata dai bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale Ospizio conobbe un intenso sviluppo urbanistico per iniziato nel periodo pre-bellico e conclusosi negli anni Ottanta. Oltre a questo ospitò la prima zona sportiva della città, ubicata in via Melato. La costruzione del villaggio di case popolari “Costanzo Ciano” dello Iacp, iniziata in tarda poca fascista che dopo la guerra prese il nome del partigiano Sergio Stranieri, e le espansioni a ridosso della strada del Quinzio (via Papa Giovanni XXIII) fecero in modo che nel 1956 nacque la nuova parrocchia di S.Alberto, creando di fatto una nuova comunità ai confini con S.Maurizio e l'istituto neuropsichiatrico S.Lazzaro. A partire dalla fine degli anni '70 e nei primi '80 l'area accanto allo scalo merci ferroviario che ospitava la Montecatini fu rasa al suolo e sostituita da grandi torri e palazzi residenziali che nelle intenzioni dovevano riqualificare l'area (nei fatti oggi la zona di via Turri risulta fra le più problematiche della città). Nel medesimo periodo furono realizzati l'asse e i viadotti di viale del Partigiano, la spina nord sud che – con non pochi malumori fra gli abitanti del quartiere – ancor oggi divide in due parti Villa Ospizio. Curioso come il linguaggio burocratico dell'epoca definisse quell'arteria “asse intercomprensoriale”. Probabilmente tale nome derivava dal fatto che avrebbe collegato il distretto ceramico di Scandiano con quello della maglieria di Correggio. In futuro Ospizio vedrà la nascita di un nuovo centro polifunzionale nell'area dell'ex casa di riposo, che potrebbe ospitare servizi commerciali e attrezzature per il quartiere riqualificando un intera area dismessa e ricucendo fra loro con i tessuti circostanti (Campo di Marte, San Lazzaro, rione Don Pasquino Borghi).


Bibliografia:

  1. AA.VV., Le diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. Compendio di notizie e dati statistici, Age Editoriale, Reggio Emilia 1985
  2. W. Baricchi, Insediamento storico e beni culturali del Comune di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985
  3. AA.VV., Abitare nella Sesta, Circoscrizione VI, Reggio Emilia 2007
  4. AA.VV., Piano dei Servizi, Comune di Reggio Emilia 2007-2009