"Adesso sono felice di vivere in Italia"
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S. G. - Iran
(Giuramento 2018)
Sono iraniana. Sono arrivata 6 anni fa per motivi di studio. Uscire dall’Iran senza motivi di studio o di lavoro è impossibile.
Io sono nata durante la guerra tra Iran e Iraq, io avevo 4-5 anni e vivevo tutto come un gioco avventuroso, a me piaceva quando correvamo a nasconderci e mio nonno diceva “andiamo, correte...” mi sembrava di giocare a nascondino… quando siamo scappati e abbiamo dormito per 2 mesi sotto le tende mi sembrava di essere in campeggio. Ho capito dopo.
Mi sono laureata in Iran come ingegnere civile e ho iniziato a lavorare là. Sono venuta in Italia anche per accompagnare mia sorella più piccola di me a cui voglio molto bene, perché lei voleva venire qui a tutti i costi. Lei ama molto l’Italia e si è adattata subito.
Mi sono iscritta all’università Ambientale ma per me è stato abbastanza difficile integrarmi per la lingua e perché in Iran avevo una casa, la famiglia, un lavoro, la mia vita.
Io ho studiato il Corano a scuola ma non sono religiosa, penso che ci dovrebbe essere più libertà per la donna e poi penso che tutti i libri di tutte le religioni dicono i buoni principi, non solo il Corano.
I miei genitori sono appartenenti a un’altra religione, una antica religione dell’Iran, il principio è : “parla bene, pensa bene, agisci bene.” Già così c’è tutto. Loro però devono dire che sono musulmani se no perdono dei diritti. Chi nasce in Iran deve essere musulmano per forza. Anche sposare un cristiano non sarebbe permesso, ma io ho deciso di farlo. In Italia ho incontrato mio marito, all’inizio eravamo solo amici, è stato forse la prima persona con cui ho potuto parlare e mi capiva.
Non mi piaceva qui, volevo tornare in Iran. Ho lasciato l’università e sono tornata a Tehran.
Con il mio attuale marito ci sentivamo al telefono e su skype e una volta mi ha consigliato di iscrivermi di nuovo per finire l’università… mi ha detto che potevo studiare in Iran e venire in Italia solo per fare gli esami, e ho fatto cosi’.
Quando sono arrivata in Italia, in aeroporto, lui mi aspettava e indossava una maglietta con la bandiera dell’Iran... in quel momento mi sono innamorata di lui.
Per lavoro ci siamo trasferiti da Bologna a Reggio, a Bologna mi sono integrata meglio perché c’è una grande comunità iraniana, qui a Reggio sono pochi. Ho avuto problemi soprattutto con le vicine, due anziane sorelle (racconta alcuni episodi di discriminazione) ma ho spiegato loro che non bisogna pensare che siamo tutti uguali, non bisogna chiudere la porta e non si può offendere. Anche mio marito mi ha difeso chiedendo rispetto e adesso sono diventate più gentili. La conoscenza è una cosa importante.
Mi è piaciuto molto il giorno della cittadinanza, non mi aspettavo una cosa tanto bella e mi è dispiaciuto che mio marito non sia venuto. Bellissimo... è stato bellissimo. E’ stato un discorso pieno di rispetto, pieno di emozione, tante belle parole, (ndr l’assessore Serena Foracchia) ha detto che noi siamo come tante luci dappertutto.
Io prima pensavo che non cambiasse nulla con la cittadinanza, invece è più o meno come il matrimonio. Gli stranieri, in un altro paese si sentono un po’ lontano, fuori dal confine, ma questa cittadinanza mi ha dato una sensazione più bella.
Ho mandato le foto e un filmato anche ai miei genitori in Iran. Ancora nel mio paese le cariche importanti, chi decide e comanda sono tutti uomini. In mezzo a tutte le persone di quel giorno ho avuto una sensazione di sicurezza, qui mi sento più sicura che nel mio paese, qua c’è più libertà. Con la cittadinanza non ho fatto una cosa solo per me stessa ma per altre generazioni, per i miei figli, quando li avrò, che vivranno in libertà.
L’Italia è accogliente e si può parlare e ci sono tante possibilità.
Adesso sono felice di vivere in Italia, è un bel paese e siete delle belle persone.
Quando torno in Iran sono contenta di vedere la mia famiglia, i miei amici, ma dopo una settimana mi soffoca già e non voglio stare più… ho già voglia di venire via perché là sono invadenti nella tua vita personale.
In Iran ho ancora una sorella giovane che sto cercando di far venire qui, almeno per turismo, per uscire dal paese e vedere qualcosa fuori dall’Iran. Vorrei che vedesse altri paesi per pensare più liberamente.
E’ molto giovane e pensa già a sposarsi perché lì è così per le donne. Io e l’altra mia sorella abbiamo cercato di auto-determinarci nel nostro destino e di vivere indipendenti, secondo quello che ritenevamo più giusto.