"C'e un detto da noi: il vicino prima della casa, cioè la persona prima del posto".
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Amel Jalel - 1979 - Tunisia
Sono venuta in Italia perchè sono stata ingannata. Avevo 17 anni e ho conosciuto un ragazzo tunisino che era qua da 10 anni.
Il suo modo di fare mi ha attirato e a 18 anni ho fatto in modo di sposarlo. Quando gli ho chiesto se qui c'era il mare, lui ha detto che viveva a Modena e c'era il mare. Io sono nata dove c'è il mare, e non riuscivo a pensare di vivere senza. Quando sono venuta, ho visto che mi aveva imbrogliato. In un mese 10 kg in meno e i miei capelli son caduti, con tutta questa umidità la mia pelle è diventata troppo chiara, i miei capelli troppo scuri, mi mancavano le vitamine, il mare, era tutto brutto, stavo veramente male.
Vivevo in una casa dove c'erano tutte donne anziane, molto carine e ho iniziato a fare amicizia con loro. Ho cercato di trovare il bello del posto per accettare. Queste anziane mi hanno fatto scoprire la cucina e io chiedevo e mangiavo per sopravvivenza, se no cadevo in depressione.
Una ragazza a 17 anni non può decidere se un uomo è giusto o meno, ma io ero ribelle. All’inizio con lui era tutto fiore rosa, rosa fiore, poi i suoi comportamenti sono cambiati. Prima era aperto e libero e mi sono buttata su di lui perchè mi portava in un mondo migliore e anch’io diventavo più lìbera, ma dopo è diventato maschilista.
C'è un problema grosso da noi, nella società ci sono delle usanze. Abbiamo violenza dentro la famiglia perchè la donna deve essere sottomessa e stare zitta se no l' uomo usa la forza. Quando una donna viene picchiata e maltrattata, non può dividersi, né denunciare perché dicono: “è tuo marito, il papà dei tuoi figli, cosa dice la gente? devi sopportare, abbassarti, eseguire”.
La legge tunisina punisce questo ma lo stesso tante non lo fanno per paura perché se chiedi il divorzio sei una poco di buono.
Il mio ex marito era influenzato dalla cultura italiana ma quando sono venuta qui mi ha detto che c'era un centro culturale a Modena. Sono andata una volta e in quel posto non ci torno più, fanno una politica che io ho sentito come una minaccia, perché è la rigidità, la troppa severità. Invece lui ha cominciato a frequentarlo e da lì ha iniziato a cambiare in tutto, sono iniziati tanti problemi e così il nostro amore si è chiuso.
Se uno va in un posto per imparare qualcosa, deve uscire ancora meglio. In quei posti inquinano la mente delle persone. E’ come andare in macchina è comodo ma è un danno l'inquinamento. Quando vado al mio Paese, sento gli sguardi perchè sono una donna divorziata.
In Tunisia, mio padre sta molto bene, mia madre c' ha lasciato l'eredità ma io non sento niente mio.
Là economicamente starei meglio e c’è tutta la famiglia, ma qua vivo meglio e mi sento nel sicuro.
L'italiano non è razzista ma è ignorante. E’ aperto verso l America ma non con l'Africa che è vicina di casa e questo a me dispiace molto. C'e un detto da noi: il vicino prima della casa, cioè la persona prima del posto.
Da casa mia vedevo Pantelleria tanto siamo vicini, ma quando dico che vengo dalla Tunisia c’è chiusura a livello sociale, da tutt'e due le parti c’è rifiuto, c'è paura. Nel quartiere dove abitavo a volte sentivo ‘marocchina, marocchina’, allora sono andata a vivere in campagna per non avere più questi problemi. Sento dire ‘gli stranieri sono ladri, sono violenti sono qua, sono là’. Anche nel giornale, quando uno straniero ruba, articoli grandi così, quando subisce come me che mi hanno rubato 3 volte e ho dovuto chiudere il ristorante, nessuno scrive così. Perchè queste ingiustizie? Queste cose mi fanno una gran rabbia dentro.
Io non mi considero straniera, il bello e il brutto è dappertutto.
Dalle donne anziane ho imparato tante cose della cucina reggiana.
Ho questa grande passione perchè la cucina è cultura, se vuoi trasmettere il 90 % della cultura devi iniziare dalla cucina. Ho iniziato lavando i piatti nei ristoranti ma intanto ascoltavo, vedevo e "rubavo", perchè nessuno dice i segreti, solo se gli rubi il cuore.
Le donne qua sono semplici, contadine, le rezdore emiliane e se gli rubi il cuore ti danno tutto. Per esempio, l'erbazzone, sono riuscita a capire l'origine, non la semplice ricetta e adesso faccio l’erbazzone meglio del forno.
In Africa abbiamo il mare, il pesce e le spezie. Qui mancano e le ho sostituite con i profumi del vino. Nel cibo tutto è buono, tutte le cucine del mondo sono belle perchè sono cultura. L’Italia per la posizione geografica che ha, è sempre stata invasa dagli altri popoli, tante etnie diverse.
La chiusura degli italiani è dovuta dal voler proteggere la sua cultura, ma l'italiano è riuscito a prendere il bello delle altre culture all'interno suo. Bisogna un po' conoscere la storia per capire perchè e come siamo oggi. Gli italiani quando viene qualcosa da fuori è chiuso, non per razzismo ma perchè sono gelosi delle loro cose. Lo straniero fa fatica a convincere l'italiano ma se si convince prende le cose con il cuore.
Io vengo qui con il mio bello e il mio brutto, non esiste una cultura dove non c'è del brutto ma se non viene valorizzato il bello, viene fuori una società sbagliata. E' una cosa seria che riguarda il futuro. Quando ancora non avevo la cittadinanza, mi sentivo italiana comunque ma più che altro reggiana, perchè io faccio pranzi meglio di una reggiana. Io sento questa casa mia, sono italiana, punto. Il giorno della cittadinanza era veramente bello, emozionante, mi è venuto da piangere. Ho visto emozione nella gente contenta, le persone vogliono aprirsi, tanti si sentono italiani. Eravamo nel posto più bello in assoluto, quello del Tricolore.
Spero che tanti hanno la curiosità di fare l'integrazione. Le culture si scontrano, però c'è comunque il modo. L'Italia è unica e bella e alla fine viene fuori il bello di questa cultura, perché non vogliamo arrivare alle guerre o alle cose brutte. Vogliamo arrivare con le parole, il dialogo, il buon senso. Non duri, non tanto critici, ma curiosi.
Essere un po' come i bambini e non come gli adulti che con le nostre esperienze di vita facciamo le barriere. Il bambino invece è ancora pagina bianca e viene fuori il bello, cosi noi riusciamo a scrivere su una pagina bianca qualcosa di diverso insieme.